Negli ultimi decenni, l’importanza dell’aspetto fisico e di come ci vedono gli altri esteticamente è decisamente aumentata. Secondo uno studio dell’Istituto Piepoli, il 78% degli italiani ritiene che oggi l’immagine sia un biglietto da visita fondamentale, soprattutto nelle prime fasi di rapporti superficiali. Anche i dati Istat dimostrano che la spesa per l’estetica e la cura del proprio aspetto è cresciuta del 27% negli ultimi 10 anni.
Un ruolo significativo in questo cambiamento è legato all’utilizzo sempre più massiccio dei social network, dove l’immagine proposta online diventa fondamentale. Secondo una ricerca dell’Università Cattolica, 9 italiani su 10 dichiarano di prestare molta attenzione al proprio aspetto fisico nelle foto di Instagram e Facebook, proprio per influenzare il giudizio altrui.
A questo proposito, assumono importanza anche dettagli come l’allineamento e la salute dei denti, in quanto elementi che contribuiscono a trasmettere un’idea di cura di sé. Per migliorare il sorriso e di conseguenza l’aspetto generale c’è il Centro di Ortodonzia Bavaresco www.centrodiortodonziabavaresco.it, specializzato in trattamenti estetici e curativi avanzati che rispondono all’esigenza, sempre più sentita, di piacersi attraverso lo sguardo degli altri.
Come ci vedono gli altri esteticamente: giudizi altrui e canoni estetici
L’aspetto fisico riveste un ruolo fondamentale nella percezione che un individuo ha di sé stesso e negli schemi di giudizio altrui. In ambito psicologico-sociale è ampiamente documentato come gli altri tendano ad emettere delle prime valutazioni sulle caratteristiche esteriori di una persona, prima ancora di conoscerne aspetti più profondi. I processi cognitivi che guidano tali meccanismi sono noti come implicit social cognition e ancorati ai canoni estetici veicolati dalla cultura di riferimento.
I canoni estetici proposti dalla società configurano di fatto gli standard di bellezza riconosciuti e desiderati, fornendo parametri di giudizio legati a fattori morfologici quali proporzioni somatiche, armonia cromatica, simmetria dei tratti. Come emerge da più indagini condotte in ambito psicosociale e antropologico, tali stereotipi di bellezza incorporano spesso un ideale culturale di perfezione irraggiungibile, generando insoddisfazione nell’individuo che non vi corrisponde.
Gli studi di Gimlin (2002) e Frith e colleghi (2005) hanno evidenziato come agli occhi degli altri le caratteristiche fisiche siano sovente interprete di attributi personali, attitudini, stati emotivi. Secondo queste ricerche, già un primo sguardo condurrebbe a formulare assunti sul carattere, l’intelligenza, lo status di una persona sulla base dell’aderenza a canoni estetici condivisi. Come ci vedono gli altri esteticamente, dunque, sembrerebbe influenzato da questi processi di categorizzazione istintiva legati all’aspetto fisico, che connoterebbero inevitabilmente la valutazione altrui.
Ovviamente è importante sottolineare come tali dinamiche rispondano a meccanismi cognitivi spontanei e non riflettano necessariamente il reale valore di un individuo, che si esprime pienamente solo attraverso la conoscenza diretta al di là del mero aspetto fisico. Tuttavia non è possibile negare l’impatto che l’adesione a stereotipi estetici condivisi ha sulla forma mentis comune e, di conseguenza, sulla valutazione che gli altri eventualmente attribuiscono all’immagine di chi hanno davanti.
Come ci vedono le persone: Lo sguardo degli sconosciuti
Quando ci troviamo a interagire con soggetti che non fanno parte della nostra cerchia relazionale abituale, gli schemi cognitivi che guidano la prima valutazione altrui sono anch’essi condizionati dall’aspetto fisico. Ricerche qualitative condotte in campo psicosociale dimostrano come gli stimoli visivi siano i primi a cui l’emisfero cerebrale destro attribuisce significato in brevissimo tempo, deducendone tratti personali che influenzeranno l’approccio iniziale.
Come ci vedono gli altri esteticamente in queste situazioni sembra dunque essere mediato da meccanismi di categorizzazione intuitiva legati all’aderenza dei tratti osservabili agli stereotipi estetici condivisi. Studi di Knight e Guo (2017) hanno documentato come già entro 100-200 millisecondi dal primo contatto visivo sono formulate stime su aspetti come affidabilità, simpatia e status sociale sulla base dell’aspetto fisico.
Laddove non si ha familiarità con la controparte, l’immagine proposta risulta quindi fondamentale ai fini dell’interazione poiché plasma significativamente la prima impressione e di conseguenza l’approccio relazionale. Le micro-espressioni facciali, la postura, l’acconciatura, l’abbigliamento sono elementi che influenzano la formulazione intima di quell’insieme di attribuzioni che determinano l’atteggiamento iniziale dello sconosciuto verso chi ha di fronte.
Come ci vedono gli altri: Il punto di vista di amici e familiari
La valutazione che le persone a noi più care formulano del nostro aspetto fisico merita un’analisi distinta rispetto a quella degli sconosciuti, in quanto mediata da dinamiche relazionali più profonde e da una conoscenza diretta consolidata nel tempo.
Studi condotti in ambito psicologico sociale hanno evidenziato come amici e parenti, pur cogliendo aspetti puramente esteriori, tendano a contestualizzare l’immagine all’interno della complessiva sensazione che hanno costruito della persona nel corso dell’interazione. Questo genera inevitabilmente discrepanze rispetto all’auto percezione, in quanto si forma uno schema basato sull’esperienza diretta che non coincide con l’idea che l’individuo ha di sé.
Uno degli esperimenti più significativi a riguardo è stato condotto da Braun e Gallagher (2012), che hanno studiato come le valutazioni di coniugi e familiari variasse rispetto all’auto descrizione fisica dei soggetti testati. I risultati hanno evidenziato come gli altri tendano a enfatizzare alcuni tratti rispetto ad altri, descrivendo l’immagine in modo parzialmente diverso e basandosi su una percezione estetica integrata nei ricordi e nell’affinità relazionale.
Pertanto, sebbene i cari colgano gli aspetti puramente visibili, il loro punto di osservazione risulta influenzato da una conoscenza e una compresenza affettiva che modulano il giudizio estetico, generando discrepanze rispetto alla auto-percezione che possono influenzare la visione di sé.